Fara Filiorum Petri

Nella pittoresca valle del fiume Foro, in un antico borgo fortificato su un promontorio tra i torrenti Vesole e San Martino, si ripete ogni anno una notte magica: la Festa delle Farchie. In questo borgo medievale ai piedi della Maiella, il cui nome ricorda le sue origini longobarde, la comunità si riunisce attorno al fuoco per celebrare e ricordare. La luce del fuoco dissipa l'oscurità dell'inverno e riempie di vitalità il tempo rallentato dal riposo della terra. Questo rito, ripetuto con gesti, canti e ricordi, rinnova la memoria collettiva con una miscela di mito, storia, tradizioni, superstizioni, credenze e leggende.

Il Fuoco come Protagonista

Farchie

La Festa delle Farchie, celebrata il 16 gennaio in onore di Sant'Antonio Abate, è simile ad altri riti di purificazione e propiziazione della fertilità della terra diffusi in Abruzzo e in tutta Italia. Il fuoco, simbolo centrale della celebrazione, preannuncia la rigenerazione della natura, brucia l'anno vecchio e accoglie il nuovo. Questo rituale è legato alla lotta contro il male, rappresentato dal demonio che tentava il santo asceta, venerato per le sue capacità di guarigione e protezione.

Guarigione dei Pellegrini

La chiesa di Sant'Antonio, situata fuori dal centro urbano di Fara, permetteva di isolare i pellegrini malati per evitare contagi. Questi individui spesso guarivano semplicemente cambiando dieta. I monaci Antoniani si prendevano cura dei malati applicando grasso di maiale sulla pelle, motivo per cui l'immagine del santo è spesso rappresentata con un maiale ai suoi piedi, la cui carne contribuiva a una più rapida guarigione. Sant'Antonio è considerato il protettore di tutti gli animali e dei campi.

Il Maialino di Sant'Antonio

Da questa tradizione deriva l'usanza di allevare il "maialino di Sant'Antonio", contrassegnato da un nastro rosso. Il maiale veniva sacrificato a gennaio e la sua carne veniva trasformata in salsicce, prosciutti e coppa, garantendo l'abbondanza economica della famiglia. Questa pratica è ancora viva nelle comunità montane dell'Abruzzo, dove la macellazione del maiale è ancora una celebrazione importante.

Una Competizione tra Contrade

Buccella_verso la piazza

La Festa delle Farchie coinvolge tutte le comunità di Fara Filiorum Petri in una competizione amichevole. Ogni contrada inizia a lavorare all'inizio dell'anno, raccogliendo canne e preparandole per formare grandi fasci chiamati farchie. Le contrade competono per ottenere le migliori canne, e la costruzione delle farchie diventa un evento comunitario pieno di gioia e convivialità.

Un Totem di Canne chiamato Farchia

La farchia è un cilindro di canne alto circa 8 metri e con un diametro di 80 centimetri, legato con rami di salice rosso. Simboleggia la vitalità e la forza della comunità. Il mito della sua origine narra che Sant'Antonio trasformò le querce in fiamme per scacciare gli invasori francesi nel 1799, proteggendo la comunità.

I Pani di Sant'Antonio e la Benedizione degli Animali

Il 17 gennaio, durante la Messa solenne, vengono benedetti pani e animali. Il pane viene distribuito tra le famiglie, e gli avanzi vengono aggiunti alle razioni degli animali, mentre i carboni del fuoco vengono portati a casa per accendere il focolare.

Sant'Antonio: Una Festa Condivisa

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La tradizione della Festa delle Farchie si rinnova in altri paesi dell'Abruzzo Marrucino: a Roccamontepiano nella contrada Terranova con rappresentazioni teatrali di strada e fasci di canne accesi; a Pretoro e Casalincontrada con sfilate di carri e rappresentazioni allegoriche della vita del santo.


A San Martino sulla Marrucina, la devozione locale per Sant'Antonio Abate ha portato alla costruzione di una cappella più piccola chiamata Sant'Antoniuccio vicino alla cappella originale. Secondo Mauro Di Federico, presidente della Corporazione Sancti Martini: "La tradizione del fuoco ha sempre coesistito con il culto di Sant'Antonio Abate. I fuochi accesi in suo onore, cataste di legna ammucchiate, venivano benedetti e ogni persona portava a casa carboni per segnare gli animali domestici e proteggerli da malattie e calamità. Nel 1892, la tradizione delle farchie era già forte nel paese, come testimoniano le memorie del parroco Giuseppe Di Paolo. Le diverse contrade preparavano le pire, in numero di 13, per erigerle nella pianura che oggi occupa il parco comunale 'La Maielletta'. Il parroco era solito uscire dal borgo fortificato per benedirle e la popolazione, dopo averle accese, festeggiava con banchetti. La tradizione rimase forte fino agli anni '30 e sopravvisse alla Seconda Guerra Mondiale solo in alcune contrade. Negli ultimi decenni, un gruppo di famiglie ha mantenuto viva la tradizione. Ma come si è passati dai fuochi benedetti alle farchie a San Martino sulla Marrucina? Questo è ancora un argomento di studio, ma ci sono diversi documenti antichi che potrebbero chiarire l'origine."

 

Fuente: https://abruzzomarrucino.it/consigli/il-fuoco-delle-farchie-brucia-lanno-vecchio-19282

Letture Consigliate:

- Di Nola Alfonso Maria, *Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna in Italia*, 1976
 

- Lucio Biancatelli, Gino Primavera, *La cucina della Maiella. Storia e ricette*, ORME | TARKA, 2014
 

- *S. Antonio Abate e le Farchie en Fara Filiorum Petri*, a cura dell'Amministrazione Comunale di Fara Filiorum Petri con il contributo della Provincia di Chieti, con prefazione di Giuliano Davide Di Menna. Questo lavoro deriva dall'osservazione della festa tra il 1993 e il 2000, oltre che da interviste con persone di Fara.
 

- Antonio Corrado, Serena Di Fulvio, Sandro D’Orazio, *Dalla terra al fuoco. Viaggio tra sacro e profano a Fara Filiorum Petri Paese delle farchie e del miracolo di Sant’Antonio Abate*, D’Abruzzo Libri, Edizioni Menabò, 2013
 

- *Feste e Riti in Abruzzo* da Illustrazione Abruzzese – Asterischi n.2 Ottobre – Novembre 1984, Venerio Luigi De Giorgi, Editore
 

- *Le feste di Sant’Antonio in Abruzzo: rito dei fuochi tra devozione e tradizione* di Loredana Lombardo su Abruzzoweb, 17 gennaio 2019